Avvistamenti (non) è un Festival
XVII edizione
Direzione artistica e organizzativa Daniela Di Niso, Antonio Musci
in-corporo
mostra a cura di Carmelania Bracco
Venerdì 3 maggio 2019 alle ore 19.30, nella sede del Cineclub Canudo, nel Laboratorio Urbano Palazzo Tupputi (2° piano) a Bisceglie, in Via Cardinale Dell’Olio, si terrà l’inaugurazione del progetto espositivo intitolato in-corporo, che si articola in ben 4 mostre collettive che si svolgeranno dal 3 maggio al 26 luglio 2019 nel Palazzo Tupputi e che esporranno le opere di giovani artisti, studenti delle due accademie di belle arti di Bari e Foggia, che patrocinano l’evento.
La mostra, a cura di Carmelania Bracco (classe 1997, laureata nel 2018 in Decorazione, con una tesi sperimentale sul postmodernismo presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, dove frequenta il Biennio di Decorazione Arte Ambientale, nel 2018 ha partecipato alla Terza Notte di Quiete, progetto sostenuto da ArtVerona: è interessata all’arte contemporanea e al rapporto che essa intrattiene con la scrittura), è organizzata dal Cineclub Canudo ed è inserita nel programma di attività della diciassettesima edizione di Avvistamenti (non) è un Festival, diretta da Antonio Musci e Daniela Di Niso e realizzata con il sostegno dell’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia.
L’intento del Cineclub Canudo è di creare reali opportunità per gli studenti delle due accademie, affinché essi possano esprimere liberamente, attraverso i diversi linguaggi dell’arte e dell’innovazione (pittura, fotografia, videoinstallazioni, installazioni sonore e opere intermediali), la propria visione del mondo, senza interferire in maniera paternalistica con le scelte artistiche e curatoriali dei protagonisti di questa mostra: la stessa curatrice, Carmelania Bracco, è una studentessa dell’Accademia di Foggia, con uno spiccato talento per la scrittura, oltre che per l’arte contemporanea. La comunicazione del progetto espositivo in-corporo è stata curata dal collettivo InnerLab, composto da giovani professionisti under35.
La mostra, esporrà dal 3 al 17 maggio le opere di Davide Monteseno (nato nel 1996, nel 2018 ha conseguito il diploma accademico di primo livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia e attualmente è iscritto al biennio della stessa: la sua ricerca artistica ha il cuore nella natura sintetizzata a luce, che fa perdere il contenuto alle figure esaltandone i contorni, come un fulmine e lasciandole bidimensionali sulla tela) e Francesca Ruggieri (nata nel 1986, ha conseguito nel 2016 il Diploma Accademico di primo livello in Arti Visive ed è attualmente iscritta al corso di Decorazione con indirizzo Moda e Design: la curiosità verso il genere umano e i fatti di attualità sono il filo conduttore della sua variegata produzione artistica).
Il 24 maggio, sempre alle 19.30, si terrà l’inaugurazione della seconda mostra, in programma fino al 7 giugno, con le opere di Vincenzo Francesco Di Chiano (nato nel 1995, frequenta attualmente la scuola di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia: le sue opere, spontanee e veloci, rispondono ad un bisogno dettato da una particolare situazione e ricoprono una funzione quasi catartica per l’artista) e Alice Di Nanna (nata nel 1994 ha conseguito il diploma accademico di primo livello nel 2017 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari in Decorazione: le sue opere, spesso percorse da una vena satirica, si fanno veicolo di messaggi dal forte impatto emotivo, offrendo al pubblico inediti spunti di riflessione, rifacendosi costantemente alla filosofia e alla tradizione popolare).
Il 21 giugno, alle 19.30, si inaugurerà la terza mostra in programma fino al 5 luglio, con le opere di Valentina Catano (nata nel 1993, frequenta il biennio di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. La sua ricerca artistica è incentrata sul concetto di identità, analizzando nel dettaglio ciò che costituisce e diversifica l’individuo nella società: ne nasce una sorta di arte relazionale, per coinvolgere e rendere parte attiva il fruitore) e del duo composto da Antonella Capra (nata nel 1989, ha conseguito il diploma accademico di primo livello in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bari: è appassionata di fotografia, mezzo che le permette di rendere immortali luoghi, momenti e sensazioni) e Mina Acquaviva (nata nel 1989, nel 2016 ha conseguito il diploma accademico di primo livello in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bari: parallelamente agli studi magistrali, lavora nel team di marketing creativo di un’azienda di Bari).
Il 12 luglio, alle 19.30, si inaugurerà la quarta mostra in programma fino al 26 luglio, con le opere di Angela Lombardi (nata nel 1995, è attualmente iscritta alla Scuola di Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia: appassionata di fotografia sin dalla più tenera età, la sua ricerca si sviluppa attorno all’armonia delle forme e alla bellezza della composizione) e Angela Campobasso (nata nel 1990, ha conseguito il diploma accademico di primo livello in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bari: l’indagine tematica della sua arte è la sensibilità verso le problematiche della psiche umana, il vacillare di un’identità in costruzione, analizzate in maniera viscerale e sempre diversa).
La mostra sarà visitabile dal 3 maggio al 26 luglio 2019, dal lunedì al venerdì, dalle ore 18 alle 21. La mattina sarà possibile visitare la mostra dalle 10 alle 13 per gruppi organizzati e scuole, previa prenotazione ai recapiti indicati di seguito. Tutti gli eventi in programma sono gratuiti e a ingresso libero.
IN-CORPORO
Bombardati dalle immagini, dai rumori, dalle pubblicità, dalle tecnologie che tendono a farsi prolungamento degli arti, della mente, e abbagliati dalle luci innaturali delle apparenze non siamo più in grado di percepire il nostro corpo, addirittura finiamo per dimenticare di possederne uno.
E già il solo fatto che si parli di “possedere un corpo” e non di “essere anche corpo” è indice di una modo di vivere comune, che sento in maniera molto personale, a percepire la fisicità come qualcosa di estraneo, di altro da sé o comunque separato da quella che è invece l’interiorità, quella dimensione impalpabile che viene intuita solo a tratti, in misure differenti, in maniera mai costante o prevedibile. Ed è come se dovessimo compiere delle scelte in funzione di questo dualismo, che spezza la volontà, crea bivi e genera fraintendimenti.
“Bruno passa parte della mattinata con la lingua mollemente a penzoloni, come la lingua di un cane nei suoi sogni. Quando gli chiedo il perché di questa esibizione, lui risponde serissimo: La lingua dentro si annoia, allora ogni tanto la porto fuori. Il bambino percepisce ancora se stesso come un puzzle con tutti gli elementi sparpagliati. Fa conoscenza con i pezzi che lo costituiscono come con amici occasionali. Sa benissimo che si tratta della sua lingua, non ne dubita neppure un secondo, ma può ancora giocare a crederla estranea, a portarla fuori come si porta fuori il cane. Lui e la sua lingua, ma anche il suo braccio, i suoi piedi o il suo cervello – chiacchiera molto con il suo cervello, ultimamente: State zitti che sto parlando al mio cervello! -, tutti quei pezzi di se stesso possono ancora incantarlo. Fra qualche mese non pronuncerà più frasi del genere, fra qualche anno non vorrà credere di averle pronunciate.”
[“Storia di un corpo”, D. Pennac]
E poi ci sono tutte le convenzioni, i ruoli che dovremo ricoprire senza esserne in grado, senza che ci appartengano, i traguardi che sarebbe giusto raggiungere per far una bella figura, il senso di completezza, quasi perfezione, a cui hanno anelato quelli prima di noi e che non è roba nostra, non ci appartiene proprio.
L’ansia, l’isolamento, la pazzia, la scelta di una cura.
Ognuno deve prendere la sua strada, il suo modo di viversi e di coltivarsi oppure vi ci si ritrova catapultato dentro senza accorgersene per aver procrastinato troppo. Un corpo disorientato e confuso, perso e confuso, come dopo aver bevuto appena oltre i propri limiti, come appena prima di svegliarsi da un incubo, come dopo essere stato accecato da un flash.
E in tutto questo l’arte come costante. Più che una necessità, il senso unico, l’aria che si respira senza pensare al fatto che esista e che sia materialmente presente, che entri attraversando ogni pelo del naso e che esca calda dalla bocca, più intima, personale, reale, morbida sulla lingua per poi ritornare dove era già. Fuori. L’arte come uno spazio in cui fare incontrare l’involucro e l’emotività, il luogo in cui risolvere la dualità, scioglierla, rendendo le due componenti omogenee. Dentro.
“Dodo è ancora succube delle immagini. Io scrivo questo diario per liberarmene.”
“In-corporo” è un diario personale, uno spazio intimo in cui studiarsi e comprendersi, da soli o in relazione agli altri, agli altri corpi, tutti nudi davanti allo specchio e con la tavola di Larousse per terra con la quale verificare la presenza di ogni muscolo, cartilagine, elemento di cui prima ignoravamo l’esistenza. Scoprire ogni volta un particolare e meravigliarsi, capire di essere il risultato reale di una serie di regole anatomiche infrante in infiniti modi e al tempo stesso il risultato di ciò che sta fuori e che ci entra dentro, in qualche modo, che ci influenza e ci modella, ci rende isole di detriti, isole di materiali accumulati negli anni, nei secoli, nelle generazioni passate, rispetto alle quali possediamo sempre qualcosa in più.
Carmelania Bracco
3 – 17 MAGGIO
Davide Monteseno + Francesca Ruggieri
24 MAGGIO – 7 GIUGNO
Vincenzo Francesco Di Chiano + Alice Di Nanna
21 GIUGNO – 5 LUGLIO
Mina Acquaviva, Antonella Capra + Valentina Catano
12 – 26 LUGLIO
Angela Campobasso + Angela Lombardi
inaugurazione: venerdì 3 maggio 2019, ore 19.30
mostra visitabile fino al 26 luglio 2019
dal lunedì al venerdì, ore 18 – 21 (ingresso libero)
per gruppi o scuole: dalle ore 10 alle 13 (previa prenotazione)
3 Maggio — 26 Luglio
18.00 – 21.00 Ingresso gratuito
340 2215793 / 340 6131760
info@palazzotupputi.it
Comunicato Stampa www.avvistamenti.it